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Quando si tratta di cioccolato, il Fairtrade è il nome del gioco. Per aiutarvi a fare la scelta giusta al momento dell’acquisto, vi mostriamo quattro importanti sigilli e le loro differenze.
Cioccolato equo e solidale – perché?
Come molti altri beni di consumo, il cioccolato è un prodotto di massa. Ogni anno genera un fatturato di diversi miliardi di euro. Questo sviluppo ha i suoi lati negativi.
- Il cioccolato venduto nei Paesi consumatori è talmente economico che la coltivazione sostenibile è quasi impossibile.
- La posizione di monopolio dei giganti del cioccolato Ferrero, Mars, Nestlé e Mondelez esclude la concorrenza e fa scendere ulteriormente i prezzi di vendita.
- I coltivatori di cacao non ricavano quasi nulla dalle vendite.
Quattro marchi di commercio equo e solidale a confronto
I marchi del commercio equo e solidale sono importanti, quindi è bene conoscere anche le differenze. Abbiamo elencato per voi i vantaggi e gli svantaggi di quattro diversi marchi:
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- Fairtade – il marchio più utilizzato. Pro: è ancora considerato molto credibile e ampiamente utilizzato. Contro: solo circa la metà dei prodotti sono anche biologici. Dal 2011 i “criteri di ammissione” sono stati allentati. Dal 50% di ingredienti di produzione equa per prodotto al 20%.
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- GEPA – il sigillo più severo. Pro: non ha un forte impatto sul prezzo nonostante il rigore. Contro: purtroppo si trova molto raramente nei supermercati tradizionali.
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- UTZ – il sigillo del discount. Pro: UTZ punta su un’elevata trasparenza ed è apprezzato per le sue analisi. Contro: purtroppo, i criteri sono poco rigorosi e le prove dell’origine delle materie prime sono dubbie.
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- Rainforest Alliance – rilevante per il cioccolato solo in misura limitata. Pro: l’attenzione è rivolta non solo alla sostenibilità, ma anche al miglioramento della produzione. Contro: da qualche anno la sostenibilità tende a passare in secondo piano; anche i prodotti di aziende come Nestlé possono fregiarsi di questo marchio.